La filosofia del tiro con l’arco

Perchè il tiro con l’arco in questi ultimi anni viene sempre più praticato da persone di ogni sesso ed età?

Se vivi in continua frenesia, questa potrebbe rivelarsi la sezione più interessante del blog. Qui ti parlerò, infatti, del tiro con l’arco visto come una vera e propria disciplina legata all’automiglioramento.

Oltre a venire utilizzato nell’ambito della caccia e dello sport, il tiro con l’arco rappresenta per l’arciere una sorta di “meditazione ad occhi aperti”. Nel gesto dell’allungo infatti, tutta la concentrazione del soggetto viene focalizzata nel portare la freccia al cuore del proprio bersaglio- del proprio obiettivo; lasciando spazio all’istinto di rilasciare una specie di proiezione di se stessi all’interno del proprio target. Con la pratica si riesce sempre più ad allenare questo istinto, permettendo così all’arciere di sentirsi sempre più sicuro e focalizzato nel raggiungere ciò a cui mira. Finora il tiro con l’arco è stato perlopiù considerato come un semplice sport, ma la filosofia che si cela dietro a questa pratica è un qualcosa che gli conferisce un valore aggiunto; un qualcosa che va oltre alla concezione di un qualsiasi sport- praticato soprattutto come passatempo. Oggigiorno, con la frenesia in cui viviamo, avremmo tutti bisogno di sconnetterci un’po dalla routine e di rilasciare le tensioni attraverso un’attività sportiva o meditativa e, il tiro con l’arco rappresenta certamente un ottimo connubio tra queste due risorse.

A livello fisico, questo sport è utile per allenare i muscoli della spalla e della schiena, specialmente nella fase di allungo, dove la contrazione muscolare è data dallo sforzo provato mentre si tende la corda. Volendo considerare questo aspetto, però, dovremmo focalizzarci nei tiri “outdoor“. Di per se,infatti, il tiro con l’arco non è uno sport che implica un elevato movimento fisico, ma nelle competizioni e nelle gare, lo sforzo principale sta nel percorrere tutte le “piazzole” (vengono così chiamate le zone dove sono posizionate le sagome di bersaglio) a piedi, coprendo anche qualche chilometro immersi nella natura.

I campi da tiro vengono infatti selezionati su vere e proprie distese di verde e, le sagome degli animali da bersaglio, sono spesso posizionate su dislivelli molto differenti per garantire una panoramica di tiro a 360 gradi. Nei percorsi finalizzati allo svolgimento di tale disciplina, l’arciere si ritrova molto frequentemente a condurre una performance in zone di scarsa visibilità; questo perchè si intende riportare una concezione di tiro analoga ad una plausibile situazione di caccia.

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